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Coronavirus, la Pandemia del 21° secolo

Le dieci regole per sopravvivere al distanziamento sociale

Il 2020 sarà ricordato come l’anno del Coronavirus, l’anno in cui si è sviluppata una Pandemia attraverso un virus venuto dalla Cina e che ha poi colpito duramente l’Europa e il resto del mondo.

L’Italia è uno dei paesi ad essere stato più colpito, soprattutto il Nord Italia, e abbiamo dovuto mettere in atto provvedimenti molto seri, il “distanziamento sociale”, la quarantena, il blocco della maggior parte delle attività. Le famiglie sono chiamate a stare a casa, a uscire solo per motivi comprovati di lavoro o di salute, non si può andare in gruppo a fare la spesa, non si può andare a casa di amici, a trovare amici e parenti, non ci si può riunire, vietata ogni forma di assembramento, vietato abbracciarsi e baciarsi, vietata la stretta di mano. Si deve restare ad almeno un metro di distanza gli uni dagli altri.

Ancora peggiore la situazione per chi contrae il virus e resta in isolamento a casa, confinato nella propria stanza, come un appestato, lo stigma sociale da parte del vicinato.

Per la nostra mente è una prova durissima da affrontare, ancora peggiore se la malattia peggiora sviluppando una polmonite, il ricovero senza più poter ricevere visite, la possibilità di dover ricorrere alla ventilazione artificiale, alla terapia intensiva.

Abbiamo paura per noi e per gli altri, abbiamo paura di ciò che non si conosce ed in questo tempo che si sviluppa come al rallentatore, le informazioni si moltiplicano sui social network, le uniche notizie sono quelle del virus, delle modalità di trasmissione, i dati che si aggiornano ogni ora, le interviste a medici, virologi ed epidemiologi. E poi ci sono le fake news, quelle che fanno crescere l’allarmismo ingiustificato, che fanno guardare con sospetto chiunque, che fanno “odiare” le persone che vediamo sotto casa perché sono uscite a fare la spesa o sono uscite per fare una passeggiata, non sapendo nulla di loro, delle loro vite. Li etichettiamo tutti indistintamente come irresponsabili, perché abbiamo bisogno di trovare un nemico, un untore, qualcuno che ha la colpa per una situazione che non vogliamo e che ci getta nello sconforto e nel panico.

“Il sospetto e l’esasperazione, quando
non sian frenati dalla ragione e dalla
carità, hanno la triste virtù di fare
prender per colpevoli degli sventurati,
sui più vani indizi e sulle più avventate affermazioni”

Manzoni

Non ci sono solo le paure del contagio, di finire in ospedale e rischiare la vita, ma si aggiungono le paure di restare senza lavoro in un momento in cui già era tutto precario. E queste paure possono essere amplificate dal senso di solitudine, quindi restare a casa è rassicurante, ma è anche doloroso.

Come mi ha detto una mia paziente al telefono un aspetto rassicurante è quello di sapere di non essere soli in questo momento, anche se ognuno a casa sua e che tutti stiamo contribuendo a sconfiggere questo virus, che stiamo facendo questi sacrifici per il bene di tutti, non solo per il nostro.

Ecco quindi dieci suggerimenti per affrontare al meglio il distanziamento sociale:

  1. Darsi delle routine giornaliere: il tempo è dilatato durante il periodo di permanenza forzata a casa, soprattutto per noi che siamo abituati a ritmi di lavoro e di vita incessanti. Riorganizzare la propria giornata in modo che si ripetano certe abitudini e quindi avere un programma, è qualcosa di molto rassicurante.
  2. Non stare continuamente connessi sui Social Network, ma dedicare ad essi solo una parte della giornata, preferibilmente lontano dalla sera, in cui sarà meglio privilegiare un buon film o un buon libro per conciliare il sonno.
  3. Prendersi cura di , del proprio aspetto fisico, farsi un bagno caldo o una doccia, coccolarsi con le creme, fare una maschera o impacco ai propri capelli, anche la tinta per coprire la ricrescita, farsi una manicure.
  4. Fare attività motoria, almeno un quarto d’ora al giorno è molto utile per produrre le endorfine e scaricare le tensioni, migliora l’ossigenazione dei tessuti, rende tonici i nostri muscoli e migliora l’umore.
  5. Fare un po' di ginnastica mentale per il nostro cervello, attraverso buone letture o attraverso delle brevi sessioni di mindfullness che aiutano non solo a respirare in modo corretto, ma anche a riappropriarsi dei nostri pensieri, guidandoli in modo attivo e non lasciandoli andare per conto loro. Vedi articolo sugli esercizi di Mindfulness per combattere ansia e stress.
  6. Restare in contatto con i familiari distanti: basta una chiamata o una video chiamata al giorno per farsi compagnia a vicenda, scambiarsi una ricetta o un consiglio su un film.
  7. Riprogettare la propria attività lavorativa in questo tempo di riposo. Quante volte infatti ci siamo detti che non si poteva andare avanti con i ritmi di prima? Quante volte ci siamo detti di non essere soddisfatti, di non trovare il tempo per fermarsi a riflettere. Adesso abbiamo l’occasione per farlo, dobbiamo stare nel qui ed ora e immaginarci come vorremmo ripartire.
  8. Fare un corso di formazione online, fare un aggiornamento utile per la nostra professione, cercare nuovi stimoli. Perché tante volte abbiamo messo da parte le nostre passioni, adesso possiamo accedere virtualmente a tantissimo materiale su internet, basta iniziare e il resto verrà da solo.
  9. Dedicare un tempo ai figli, del tempo che sia divertente e che si possa trascorrere in modo spensierato. Questo consiglio non è scontato perché molti di noi sono abituati a passare il tempo per i figli durante le numerose attività in cui sono coinvolti, accompagnandoli a scuola, poi a sport, poi a musica, esortandoli a fare i compiti, ma quasi mai riusciamo a stare con loro,  in loro compagnia, perché è tutto troppo veloce. E’ la più grande occasione che abbiamo, non dobbiamo però essere i loro animatori, dobbiamo solo ascoltarli quando si avvicinano a noi e restare insieme a loro.
  10. Ritagliarsi degli spazi propri dentro casa se si vive a casa con altre persone,  sia fisici che mentali, definendo regole chiare che permettano a ciascuno di non sentirsi sopraffatto dagli altri componenti della famiglia.

 


Articolo a cura della
dott.ssa Alessia Gollini
Psicologa Psicoterapeuta a Roma

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Dott.ssa Alessia Gollini Psicologa Psicoterapeuta
Roma

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